3.1 La Cambogia indipendente
La Conferenza di Ginevra stabilì per lo Stato di Sihanouk:
I francesi però dovevano rimanere nell'ex colonia, in base agli accordi di Ginevra, fino alle elezioni, indette nel 1955. Sia i dirigenti del governo cambogiano, sia i francesi pronosticarono una valanga di voti per il Partito Democratico, che avrebbe sicuramente aperto una trattativa con Son Ngoc Thanh e la proclamazione della Repubblica.[2]
I servizi segreti francesi erano convinti che la Gran Bretagna stesse fornendo aiuti alle forze thahniste e a Sihanouk parve chiaro che oltre la metà dei deputati del Partito Democratico fossero con Son Ngoc Thanh.
Nel fronte Việt Minh, le loro regole dettate per organizzare il lavoro nelle zone occupate dal nemico, il Re, che i cambogiani dovevano applicare, o almeno provarci, erano chiare:
Bisognava distinguere con cura le forme di azione legale, semi-legali e segrete.[…]I gruppi che operavano in modo aperto debbono mantenere stretti contatti con le organizzazioni segrete, le quali non dovrebbero essere sciolte per nessuna ragione.[…]Per quanto riguardo il lavoro di partito, la segretezza è fondamentale.[…]Bisognava limitare al massimo, come priorità, le conseguenze di tradimenti o di infiltrazioni nelle organizzazione del partito.[3]
Capo della sezione clandestina del partito divenne Keo Meas, il cui compito era di gestire l'infiltrazione nel Partito Democratico per influenzarne l'attività politica. Keo Meas attivò delle "azioni semi-legali", fondando un fronte comunista Việt Minh Khmer in vista delle elezioni, il Khmer Tolosu (Resistenza Khmer), ma Norodom Sihanouk si oppose considerando il nome u'offesa. Keo Meas allora fondò il Krom Precheachon e pur senza mai nominare la parola “comunismo”, era in sostanza il Partito Comunista legalizzato attraverso il quale i comunisti Khmer tentarono di operare con i tradizionali partiti della Cambogia.
Anche altri, approfittando dalla campagna elettorale, si fecero strada nella politica cambogiana: Keng Vannsak e Thiounn Mumm cominciarono a riformare il Partito Democratico, tanto che il 30 gennaio 1955, durante un'accesa riunione di partito, riuscirono a mandare via i vecchi dirigenti, facendo eleggere Norodom Phurissara segretario generale e Keng Vannsak suo Vice.
Per quanto riguarda Saloth Sâr, fedelissimo di Keng Vannsak e, a detta di molti nel Partito addirittura il manovratore del vice segretario, disse a Thounn Mumm, che, essendo loro i veri controllori del Partito Democratico dovevano assumere un ruolo duro contro gli USA.
Il trattamento da riservare agli USA, era una preoccupazione sia dei democratici sia di Norodom Sihanouk, convinto che se avesse accettato di essere un corpo inerme a favore di Ike[4] nella guerra fredda, questo avrebbe segnato il destino dello Stato. Per voce del suo Primo Ministro Penn Nouth il Re fece pervenire al Presidente statunitense una dichiarazione, in cui si diceva che fino quando i Việt Minh non avessero imposto il comunismo al loro popolo, non spettava ai cambogiani di prenderne le distanze, anche se la Cambogia era stata l'unica nazione a Ginevra ad aver tenuto una posizione indipendente.
Quando Sihanouk, durante un suo viaggio in India appoggiò i pancasila, i cinque principi della coesistenza pacifica su cui si fonda la Repubblica indonesiana [5], per gli USA questo parve un sintomo evidente di avvicinamento della Cambogia ai paesi comunisti di Cina e Birmania. In seguito il Re ritardò l'approvazione di un piano di aiuti militari americani perché contenevano troppe condizioni favorevoli agli USA.
Anche il Partito Democratico era in difficoltà: da un lato l'ala sinistra capeggiata da Saloth Sâr voleva assumere un atteggiamento anti-democratico, mentre il fronte di Son Ngoc Thanh era filo-americano e per di più gli USA vedevano positivamente le mire repubblicane dei democratici; nonostante queste diatribe interne, rimaneva il partito favorito.[6]
Nel febbraio 1955 Sihanouk fece l'ultimo tentativo per cercare un appoggio alla sua crociata. Chiese in un referendum ai votanti di votare scheda bianca se l'elettore "voleva bene al Re", scheda nera se "non voleva bene al Re". Il novantanove per cento votò scheda bianca ma l'affluenza fu bassissima. Il 2 marzo 1955 in un messaggio a Radio Phnom Penh si dimise da sovrano, posto preso dal padre Norodom Suramarit, per scendere in politica. Per questo motivo, le elezioni previste per aprile furono rinviate all'autunno per permettere al Principe di organizzare una nuova formazione politica, il Sangkum Reastr Niyum (Comunità Socialista del popolo). I conservatori Lon Nol e Dap Chhuon sciolsero i loro partiti, rispettivamente il Kanakpak Khemara Ponnary[7] (Partito del Rinnovamento Khmer) e il Kana Cheat Mouta Keaha Mocchim Nokor Khmer[8] (Comitato di Liberazione per i Khmer) per allearsi con il Principe e cui si aggiunsero in seguito il Ministro dell'Economia Son Sann, e il giornalista del Nagara Vatta Sim Var, tuttavia il Sangkum Reastr Niyum era troppo debole rispetto al Partito Democratico e come ultima spiaggia, Sihanouk chiese a Keng Vannsak la possibilità di creare un governo di unità nazionale. Ovviamente il Comitato Esecutivo del partito, forte di questa debolezza e sicuro del successo, respinse la richiesta. Da qui cominciò la vendetta di Norodom Sihanouk.
La polizia cominciò a fare pressione ai partiti ostili al Sangkum Reastr Niyum e a minacciare i loro sostenitori, i giornali oppositori vennero decimati, incarcerano il Chi Kim An, direttore del giornale di sinistra più influente, il Pracheachon per lesa maestà e spiccando un mandato di cattura per Chhay Saloth, direttore del Sammaki, altro giornale di sinistra. A cinque settimane dal voto, s'inasprì ancora di più il clima: in molte province candidati del Krom Pracheachon furono arrestati, altri addirittura uccisi. I democratici si presentarono a ranghi completi, nei quali figuravano anche Mey Mann, Ping Sây, Toch Phoen e Mey Phat, mentre solo trentacinque sulle novant'uno circoscrizioni erano coperte dai candidati del Krom Pracheachon.
In un clima di terrore si votò e all'annuncio dei risultati, mentre nessun esponente del Krom Pracheachon o del Krom Prachéathipatei fu eletto, il Sangkum Reastr Niyum fece piazza pulita. Il risultato fu figlio d’imbrogli, di voti a favore degli oppositori distrutti e d'intimidazioni.
La Cambogia divenne uno Stato a partito unico con un sovrano spietato.[9]
3.2 Il post - elezioni Visto il risultato, molti politici oppositori a Sihanouk, lasciarono la politica o, come Keng Vannsak e Thiounn Mumm s'iscrissero al Sangkum Reastr Niyum.
Ora il prossimo passo da fare per contrastare Sihanouk era la creazione di un partito rivoluzionario ma i cambogiani erano deboli e gli alleati Việt Minh avevano i loro problemi interni. Fino a quando il Krom Prachéathipatei o il Krom Pracheachon potevano vincere e formare un governo, gli alleati li appoggiarono, ma una volta capito che era Norodom Sihanouk l'uomo con cui trattare, cambiarono tattica.
A favore di Norodom Sihanouk giocava un elemento: non aderì al patto militare americano nella regione indocinese, il SEATO South - East Asian Treaty Organization, l'organizzazione che aveva lo scopo di combattere il comunismo nella zona. Fu detto del sud-est asiatico, anche se il trattato fu sottoscritto solo dalle Filippine visto lo stretto legame con gli Stati Uniti e la minaccia della guerrigliera comunista nel territorio e dalla Thailandia, che aveva appena promulgato una Costituzione che la rendeva indipendente dalla Cina e che aveva bisogno dell'appoggio americano contro ogni tentativo di sovversione comunista cinese[10].
Non solo non appoggiò il SEATO, ma la primavera antecedente alle elezioni Sihanouk, assieme al cinese Zhou Enlai, lo slavo Josip Broz detto il maresciallo Tito, l'indonesiano Kusno Sosrodihardjo, conosciuto come Sukarno e l'egiziano Gamāl ʿAbd al-Nāṣer, fu tra i fondatori del Movimento dei Paesi non allineati. I vietnamiti annunciarono di voler collaborare con il Principe, il quale stava perseguendo una politica di pace e di neutralità, a patto che il suo partito si battesse contro l'imperialismo americano e le sue interferenze in Indocina.
La direttiva vietnamita ordinava la fine della lotta: oltre all'anti-americanismo, non forniva alcuna direzione politica, ma chiaramente gli interessi Khmer erano sacrificati a vantaggio dei vietnamiti. [11]
Il ritorno all'uso delle forze da parte di Norodom Sihanouk fece, di fatto, sparire le azioni legali.
Il Partito Democratico ormai si era completamente svuotato e il Krom Pracheachon rimase attivo nonostante le persecuzioni del governo.
Per il governo cambogiano e le ambasciate estere a Phnom Penh questi erano i comunisti, o come diceva Sihanouk, i Khmaey Krahom, i Khmer rossi per distinguerli dai Khmer rosa del Partito Democratico. Nessuno pensò che all'interno del Krom Pracheachon vi fosse un'organizzazione interna e che il partito fosse solo una facciata.
In un primo momento fece la parte di un'opposizione leale, applaudendo i viaggi del Primo Ministro e le visite ricevute dai capi delegazioni estere di Cina URSS e delle nazioni del blocco orientale in Cambogia. Questo "scivolamento a sinistra di Norodom Sihanouk" allertò USA, Francia e Gran Bretagna, ma il Principe era molto più arguto di quanto si pensasse, e compensò la svolta a sinistra all'estero con una sempre repressiva lotta al comunismo in patria, tanto che il Krom Pracheachon divenne il capro espiatorio di Sihanouk tanto da consideralo come la "quinta colonna pericolosissima al servizio di padroni esteri". [12]
La direzione del Krom Pracheachon era nominata dai vietnamiti, che nel 1954 imposero un Comitato Centrale provvisorio composto di cinque uomini: Sieu Heng segretario, che prese il posto di Son Ngoc Minh; Tou Samouth, vice segretario; Son Ngoc Minh divenne responsabile di duemila Việt Minh Khmer sistemati in Vietnam, So Phim rappresentate della zona est e Tuk Nhung rappresentante delle zone rurali.
La scelta di Sieu Heng fu una sorpresa: durante la sua crociata, Sihanouk aveva offerto un'amnistia ai Việt Minh Khmer che avessero aderito alla sua causa, Sieu Heng era stato sul punto di cedere, tuttavia era considerato il miglior comunista da Nguyen Thahn Son, mentre Rous Nhim, comandante militare del nord-ovest disse che Sieu Heng fu promosso perché sapeva come essere simpatico ai vietnamiti.
Tuttavia la nuova organizzazione fu un fallimento: Son Ngoc Minh era a Hanoi era in Vietnam, Tuk Nkung abbandonò la lotta e So Phim fuggì nella giungla, lasciando le campagne senza dirigenti. Il solo Tou Samouth dei cinque rimase attivo in Cambogia ed essendo la sua zona di competenza le zone urbane, spostò in esse il centro di operatività del partito.
3.3 Il nuovo Partito Comunista Tou Samouth si trasferì a Phnom Penh, in una casa di proprietà della famiglia di Khieu Ponnary, e cominciò a seguire il partito dalla capitale. Il ruolo di segretario del Comitato Cittadino di Phnom Penh passa da Keo Meas a Noun Chea[13], il quale aveva avuto un passato totalmente diverso dagli altri. Noun Chea crebbe a Battambang negli anni Quaranta durante l'occupazione thailandese e frequentò le scuole superiori a Bangkok, dove lavorò per qualche mese come impiegato presso il ministero degli esteri e s'iscrisse al Phak Thai Rak Thai, il Partito Comunista Thailandese, per poi abbandonarlo e seguire il cugino Sieu Heng. Nel 1951 si iscrive al PCI e dopo il suo scioglimento entrò a far parte del Comitato Centrale del PRPK. Tornò in Cambogia nell'estate 1955 in assoluta segretezza dove trovò lavoro in una ditta commerciale sino-Khmer.[14]
Ieng Sary, di ritorno da Parigi, lasciata la direzione del cercle marxiste a Khieu Samphân, prossimo alla laurea in economia, disse che il movimento era vicino alla morte in quanto i vietnamiti erano sempre più alle prese con i loro problemi interni. In più il PRPK, al quale teoricamente appartenevano tutti i comunisti Khmer non era un partito comunista vero e proprio ed era impossibile definirsi comunisti in un partito che non lo fosse . Saloth Sâr e Mey Mann, che si erano iscritti al Partito Comunista Francese prima e poi a quello indocinese, si dichiararono di far parte di un Partito Comunista ma non di un sapere quale fosse effettivamente questo partito. E da questi anni, per necessità di avere un’identità, cominciarono a parlare e far riferimento all'Ângkar Padevat (organizzazione rivoluzionaria).
Nel 1957 Tou Samout, Saloth Sâr e Noun Chea cominciarono a riformare il partito, che si voleva sostituire al PRPK; voleva essere un partito nuovo, non più satellite di quello vietnamita, ma sempre alleato. Le scuole progressiste di Chamraon Vichea, Kampuj'Bot e Sotân Prychea, dove insegnavano le sorelle Khieu Ponnary e Khieu Thirith, diventata moglie di Ieng Sary, erano gestite dai comunisti e questo cominciava ad attirare molta gente; si crearono altri nuclei di base nelle provincie di Battambang e di Kompong Cham.
Norodom Sihanouk, annusato il pericolo, cominciò ad attuare nuove rappresaglie contro i sostenitori del Partito Democratico che non fu dichiarato fuori legge, ma fu lasciato in agonia in vista delle prossime elezioni, da tenersi nella primavera del 1958.[15]
3.4 La stagione dei complotti contro Norodom Sihanouk Il 21 febbraio 1959 Sihanouk sventò un complotto preparato da Dap Chhuon, Ministro della Sicurezza destituito dallo stesso Principe e declassato a governatore militare di Siem Reap, in cui vi parteciparono anche i thailandesi e i sudvietnamiti. Se l’attentato avesse avuto successo, i servizi segreti americani avrebbero potuto sostituirlo con un loro uomo e la provincia di Siem Reap si sarebbe unita alle provincie meridionali del Laos, formando un nuovo stato secessionista subito dagli USA; fonti reali parlarono di un piano di Boun Oum, Principe laotiano di destra che mirava al possesso di tutto lo Stato. L'ordine, affidato a Lon Nol, Ministro della difesa fu di catturare vivo Dap Chhuon ma il fatto che fosse stato ucciso fece pensare a Norodom Sihanouk che anche il Ministro partecipò al complotto e zittì per sempre chi poteva accusarlo.[16]
Per il Principe i problemi non erano ancora finiti: fu invitato a Saigon su invito di Ngô Đình Diệm, Presidente sudvietnamita per riportare la situazione alla normalità e sistemare i rapporti dopo il coinvolgimento sudvietnamita nel complotto e il 31 agosto 1959, il governo di Saigon fa recapitare due pacchi alla Cambogia, uno per il ciambellano di corte contenente un servizio da fumatore, uno per la regina Sisowath Kossamak, che il ciambellano tardò a consegnare. Questo conteneva una bomba, la quale esplodendo causò tre morti, tra cui il ciambellano, un funzionario e un cittadino privato.
I sospetti del Principe caddero sul governo di Saiogn, e furono confermati solo dieci anni più tardi quando il direttore dei servizi segreti sudvietnamiti affermò che a confezionare la bomba fu Ngô Ðình Nhu, fratello del Presidente sudvietnamita.[17]
Sihanouk però aveva un altro sospetto, che dietro Dap Chhoun e le bombe di Saigon ci fosse l'ombra di Washington. Ipotesi che sembrava assurda, ma che pian piano si vestì di verità.
Nel 1956 la Cambogia fu il primo Stato non comunista a ottenere aiuti cinesi e per questo motivo, su iniziativa americana, Thailandia e Vietnam del Sud imposero un blocco economico, che però fu tolto dagli americani su pressione degli alleati occidentali. La CIA vedeva in Son Ngoc Thanh una possibile alternativa a Norodom Sihanouk e Washington impose alla sua ambasciata a Phnom Penh di continuare a cercare personalità alternative al Principe.
Sam Sary, deposto Primo Ministro cambogiano e ambasciatore in Inghilterra, coinvolto in un caso di percosse alla bambinaia dei figli e da cui ne ebbe uno, era stato invitato negli USA, considerato "il più fedele amico americano in Cambogia" assieme il fratello di Dap Chhoun, in quanto "signore della guerra anti-comunista”.
Sihanouk minacciò rappresaglie contro il Vietnam del Sud ma gli USA risposero che, se armi americane avessero attaccato amici americani gli aiuti militari sarebbero stati sospesi, anche se quando truppe thailandesi occuparono un complesso di templi cambogiani, gli americani stettero in silenzio; il Principe migliorò le relazioni con la Cina e gli USA cercarono un modo per sbarazzarsi di lui. Ed ecco confermati i sospetti: dietro a Son Ngoc Thahn e Dap Chhon c'era la CIA. In questa situazione Norodom Sihanouk cercò legami più stretti con la Cina e Vietnam del Nord.
Il sogno americano di un'alleanza anti comunista dal diciassettesimo parallelo alla Birmania era tramontato.[18]
3.5 Le elezioni del 1958 e del 1962 Dopo aver distrutto il Kom Pracheachon e il Partito Democratico, e aver portato al governo il Sangkum Reastr Niyum, un partito di corrotti e incompetenti, Sihanouk capì che per vincere le elezioni del 1958, aperte per la prima volta alle donne[19], doveva per forza allargare la propria base politica verso sinistra, proprio quella sinistra che tre anni prima aveva frantumato facendone arrestare, o addirittura uccidere, i propri leader.
Sihanouk pescò tra i giovani e scelse Hou Youn, già membro nel Krom Pracheachon, Uch Ven, compagno di piroscafo nel viaggio verso Parigi di Saloth Sâr, So Nem, un giovane insegnante, Hu Nim, uno studente e Chau Seng, sposato alla figlia di un sindaco comunista del sud della Francia che una volta tornato in Cambogia divenne suo segretario .
Dopo le elezioni vinte senza problemi, Hou Youn e Chau Seng divennero ministri di dicasteri minori, Hu Nim, So Nem e Uch Ven ricoprirono incarichi ministeriali che Sihanouk di volta in volta si inventava.
Scelse queste figure perché giovani e intelligenti, qualità carenti nella politica cambogiana e sperava che i loro incarichi soffocassero il loro ardore comunista .
All'interno del Sangkum Reastr Niyum questi nuovi esponenti, considerati i radicali del partito, godevano di certe libertà a patto di accettare le regole del Principe. In un articolo su un giornale dal significato ambiguo Norodom Sihanouk parlò del fenomeno del comunismo e di come l'Occidente non era in grado di fronteggiare:
Il costante progresso del comunismo in tutto il mondo e innegabile [...] A me sembra che il concetto occidentale di democrazia sia l'unico valido dal punto di vista della condizione umana, dei diritti e delle libertà umana [...] Ma la grande debolezza della democrazia occidentale sta nella sua incapacità di ottenere giustizia sociale [..] Nella maggior parte delle nazioni in cui ammassano forze militari come baluardo contro il comunismo gli amici americani chiudono gli occhi davanti alle violazioni della democrazia perpetrate dai governi interessati, - violazioni che portano a un sistema non meno totalitario di quello che stanno combattendo. [...] L'Occidente deve cercare di comprendere che [...] i suoi aiuti non guariranno mai la febbre rossa se vengono usati per sostenere regimi cui manca l'appoggio del loro stesso popolo.[20]
Il 3 aprile 1960 morì il Re Norodom Suramarit, e la moglie, la Regina Sisowath Kossamak lasciò intendere che voleva accedere al trono, ma il figlio fece approvare alla svelta un emendamento costituzionale che lo rendeva capo dello Stato a vita. Cominciò contemporaneamente un nuovo attacco alla stampa di sinistra, di cui una vittima preferita fu l'Observateur, un periodico in lingua francese, fondato l'autunno precedente da Khieu Samphân.
3.6 Il nuovo PRPK In questo clima, la direzione segreta del movimento comunista stava lavorando per la preparazione di un congresso per la trasformazione del PRPK in un partito marxista-leninista.
In attesa dell'elezione della direzione generale venne costituto il Comitato Affari Generali composto da Tou Samouth, Noun Chea, Saloth Sâr e So Phim.
Segretario fu eletto Noun Chea, la direzione fu delegata a Saloth Sâr, che volle come assistenti Ieng Sary e Vorn Vet.
Il nuovo partito che si doveva chiamare Partito Cambogiano Del Lavoro, in base al suo statuto e programma era il partito della classe lavoratrice, dai principi marxisti-leninisti, organizzato in conformità a un centralismo democratico, e i suoi principi guida dovevano essere la critica e l'autocritica.
Saloth Sâr sapeva, da quello che aveva letto sulla Cina a Parigi, che in Cambogia, come del resto in Vietnam, definire la classe lavoratrice in una società priva di un proletariato industriale era difficile, se non impossibile.
Sotto lo slogan "sotto la dittatura del proletariato, allo scopo di avanzare verso il comunismo", c'erano gli obiettivi del partito: nazionalizzare i mezzi di produzione, realizzare la dittatura democratica del popolo al fine di arrivare a un sistema socialista.
Alla fine del 1959 il PVL scrisse ai dirigenti cambogiani che non avrebbero trasgredito al loro impegno politico di appoggio qualificato nei confronti di Sihanouk[21], in totale accordo con la linea Nikita Sergeevič Chruščëv, leader dell'URSS e primo segretario del Comitato Centrale del PCUS, Partito Comunista dell'Unione Sovietica dettata nella Conferenza comunista mondiale del 1957, in cui varò la teoria dei tre equilibri, quello della coesistenza tra paesi capitalisti e socialisti, quello competitivo e di transizione tra socialismo e capitalismo; in questo clima i partiti comunisti avrebbero dovuto andare al potere tramite regolari elezioni e non tramite la lotta di classe e violenza rivoluzionaria.[22]
Dopo il bluff delle elezioni del 1955 e del 1958, Saloth Sâr era in totale disaccordo con i vietnamiti, ma per Hanoi era l’unico modo per tenere fermati i Khmer. Anche Keo Meas e il movimento Krom Preacheachon erano per la soluzione pacifica, cosi come So Phim, Mery Mann e Ieng Sary.
Il Comitato Centrale del PVL autorizzò nel gennaio 1959 la ripresa della lotta armata contro il Vietnam del Sud, accusando il governo di Ngô Đình Diệm di essere al soldo di Washington e causare nient'altro che aggressione e schiavismo; nel 1960 l'insurrezione era molto estesa e il Terzo Congresso del PVL nel settembre 1960 autorizzò la lotta di guerriglia totale; contemporaneamente riprese anche la lotta armata in Laos e i Khmer non capirono perché solo loro dovevano essere vincolati alla dottrina pacifistica.
Dopo la conclusione del Congresso del PVL, a casa di Ok Sakun, membro della sezione nord di Phnom Penh di Vorn Vet dichiararono che il governo di Sihanouk era il nemico peggiore della rivoluzione cambogiana e i cambogiani avrebbero dovuto cominciare a lottare per annientare il regime in modo pacifico o con qualsiasi altro mezzo. Il loro intento fu di agire con mezzi pacifici ma non si sarebbero cogliere impreparati se l'unica soluzione era la rivolta armata; per questo si doveva dare importanza alle zone rurali perché la rivoluzione della Kampuchea se doveva essere, era una rivoluzione contadina. Gli obiettivi dei rivoluzionari cambogiani e quelli vietnamiti cominciarono a divergere: Hồ Chí Minh continuava a parlare di rivolta per liberare l'Indocina, promettendo ai Khmer, che una volta liberati Vietnam e Laos, le forze di liberazione si sarebbero spostate in Cambogia, mentre a Phnom Penh si parlava d'indipendenza totale della nazione, e le speranze Việt Minh di una federazione indocinese stavano svanendo.
Il partito cambogiano elesse una nuova direzione: segretario Tou Samouth, vice Noun Chea e Saloth Sâr il numero tre. Ieng Sary e So Phim, rispettivamente numero quattro e numero cinque, membri alternativi della Commissione Permanente; dal numero sei all'undici erano nell'ordine: Mang Met, Thoun Prasith, Ping Sây, Rath Samoueun, Son Ngoc Minh, Keo Meas.
Per la prima volta nella storia cambogiana, il Partito Comunista non aveva dei delegati vietnamiti al suo interno, ai quali non venne presentato il programma.
I membri del partito cominciarono la ricostruzione delle basi rurali, importanti se la lotta pacifica non avrebbe portato a nessun risultato: Mang Met e Thoun Prasith andarono nel sud-ovest, Rous Nhim doveva ricostruire le reti Issarak nella zona montana nord ovest a Battambang e Ieng Sary tentò di risvegliare le altre cellule in giro per tutte le provincie del paese.[23]
3.7 La fuga nelle campagne e la nascita dei Khmer rossi Per tutto il 1961 su Sihanouk pendettero due spade di Damocle: il deterioramento delle relazioni con Thailandia e Vietnam del Sud e la minaccia dei Khmer Serei di Son Ngoc Thanh.
Una prima mossa del Principe fu di stracciare i provvedimenti legali contro i giornali di sinistra, tra cui il Pracheachon e l'Observateur perché, a sua detta "imbavagliare o imprigionare i militanti oppositori li avrebbe trasformati in martiri"
Nell'estate, durante un viaggio nelle province, cominciò una propaganda anti-comunista dichiarando che un regime rosso in terra Khmer avrebbe privato l'individuo di tutto, dalle libertà di base alla vita di famiglia, trasformandolo in “una macchina da produzione che col tempo sarebbe stata svuotata di tutti i valori umani."[24]
Le sue parole suonavano come profezia dell'arrivo di una catastrofe imminente alla quale nulla poteva: Laos e Vietnam del Sud erano ormai feudi comunisti. Sihanouk concluse che in Cambogia il periodo di pace stava finendo ed effettivamente finì il 10 gennaio 1962.
Quel giorno cominciarono una serie di arresti del governo di membri del Pracheachon accusati di essere spie vietnamite, poi fu incarcerato il direttore Non Soun e il giornale fu fatto chiudere, assieme al tentativo dei comunisti di operare attraverso modi legali.
Come conseguenza primaria della nuova razzia compiuta da Norodom Sihanouk, nessun partito di sinistra si presentò alle elezioni del 1962 ma tre dei suoi esponenti, "infiltrati" tramite il Sangkum Reastr Niyum entrarono in Parlamento: Hou Youn, Hu Nim furono rieletti e per la prima volta diventa deputato Khieu Samphân, che più tardi diventò Ministro. Samphân fu spinto da Sary ad aderire al partito di Sihanouk e una volta eletto la direzione del PRPK gli assegnò il compito di accattivarsi le simpatie degli intellettuali.
Nel luglio 1962 Tou Samouth fu arrestato e ucciso, e la contemporanea accusa di corruzione di Noun Chea, porta Saloth Sâr alla segreteri
[1] International Peace Accademy (a cura di), Security in South-East Asia and the South-West Pacific: Challenges of the South East Pacific, Amsterdam, Martinus Nijhoff Publishers 1989, p. 29.
[2] P. Short, Pol Pot: anatomia di uno sterminio, a cura di Rizzoli, Milano, 2008, p. 147-150.
[3] Ivi , p. 148.
[4] Soprannome del Presidente degli USA Dwight David Eisenhower.
[5] I cinque principi sono : la fede in Un Dio Supremo; un’umanità giusta e civile; l’unità dell’Indonesia; la democrazia, guidata dalla saggezza interiore meditante la consultazione e la rappresentanza; la giustizia sociale per l’intero popolo indonesiano, Fondazione Oasis <http://www.oasiscenter.eu/node/5984>, ultima visione: 09 ottobre 2012.
[6] P. Short, Pol Pot,cit., p. 151.
[7] E. Becker, When the War was over: Cambodia and the Khmer rouge Revolution, Revised Edition, New York , Pubblic Affairs 2004, p. 141.
[8] J. A. Tyner, The Killing of Cambodia: Geography, Genocide and the Unmaking of Space, Londra, Ashgate Publishing Limited 2008, p. 41.
[9] P. Short, Pol Pot,cit., pp. 152-156.
[10] Dipartito Storico Degli Stati Uniti d’America <http://history.state.gov/milestones/1953-1960/SEATO>, ultima visione: 09 ottobre 2012.
[11] P. Short, Pol Pot,cit., p. 157.
[12] P. Short, Pol Pot,cit., p. 159.
[13] Long Bunruot nella traduzione vietnamita.
[14] P. Short, Pol Pot,cit., p. 154.
[15] P. Short, Pol Pot,cit., pp. 161-169.
[16] N. Sihanouk , La mia guerra contro la CIA, Milano, Jaka Book 1972, pp. 125-128.
[17] P. Short, Pol Pot,cit., p. 174.
[18] P. Short, Pol Pot,cit., pp. 174-176.
[19] J. Corfield, The History of Cambodia, Santa Barbara , ABC CLIO 2009, p. xxvi.
[20] P. Short, Pol Pot,cit., p. 178
[21] P. Short, Pol Pot,cit., p. 186.
[22] B. Avakian, From Ike to Mao and Beyond, Chicago IL, Insight Press 2006, p. 188.
[23] P. Short, Pol Pot, cit., pp. 187-189.
[24] Ivi, p. 191.
- L'armistizio e l'instaurazione in Cambogia di
una Commissione di controllo internazionale e una forza di pace internazionale;
- La creazione di un governo quadripartitico e il
contemporaneo scioglimento del PRPK e del governo di coalizione;
- Ritiro di tutte le forze vietnamite dalla
Cambogia;
- Disarmo di tutti i gruppi Khmer;
- Elezioni generali libere sotto l'egida di una
forza di controllo e di supervisione internazionale;
- La neutralità della Cambogia con una
dichiarazione di garanzia a tutti i paesi partecipanti della conferenza.[1]
I francesi però dovevano rimanere nell'ex colonia, in base agli accordi di Ginevra, fino alle elezioni, indette nel 1955. Sia i dirigenti del governo cambogiano, sia i francesi pronosticarono una valanga di voti per il Partito Democratico, che avrebbe sicuramente aperto una trattativa con Son Ngoc Thanh e la proclamazione della Repubblica.[2]
I servizi segreti francesi erano convinti che la Gran Bretagna stesse fornendo aiuti alle forze thahniste e a Sihanouk parve chiaro che oltre la metà dei deputati del Partito Democratico fossero con Son Ngoc Thanh.
Nel fronte Việt Minh, le loro regole dettate per organizzare il lavoro nelle zone occupate dal nemico, il Re, che i cambogiani dovevano applicare, o almeno provarci, erano chiare:
Bisognava distinguere con cura le forme di azione legale, semi-legali e segrete.[…]I gruppi che operavano in modo aperto debbono mantenere stretti contatti con le organizzazioni segrete, le quali non dovrebbero essere sciolte per nessuna ragione.[…]Per quanto riguardo il lavoro di partito, la segretezza è fondamentale.[…]Bisognava limitare al massimo, come priorità, le conseguenze di tradimenti o di infiltrazioni nelle organizzazione del partito.[3]
Capo della sezione clandestina del partito divenne Keo Meas, il cui compito era di gestire l'infiltrazione nel Partito Democratico per influenzarne l'attività politica. Keo Meas attivò delle "azioni semi-legali", fondando un fronte comunista Việt Minh Khmer in vista delle elezioni, il Khmer Tolosu (Resistenza Khmer), ma Norodom Sihanouk si oppose considerando il nome u'offesa. Keo Meas allora fondò il Krom Precheachon e pur senza mai nominare la parola “comunismo”, era in sostanza il Partito Comunista legalizzato attraverso il quale i comunisti Khmer tentarono di operare con i tradizionali partiti della Cambogia.
Anche altri, approfittando dalla campagna elettorale, si fecero strada nella politica cambogiana: Keng Vannsak e Thiounn Mumm cominciarono a riformare il Partito Democratico, tanto che il 30 gennaio 1955, durante un'accesa riunione di partito, riuscirono a mandare via i vecchi dirigenti, facendo eleggere Norodom Phurissara segretario generale e Keng Vannsak suo Vice.
Per quanto riguarda Saloth Sâr, fedelissimo di Keng Vannsak e, a detta di molti nel Partito addirittura il manovratore del vice segretario, disse a Thounn Mumm, che, essendo loro i veri controllori del Partito Democratico dovevano assumere un ruolo duro contro gli USA.
Il trattamento da riservare agli USA, era una preoccupazione sia dei democratici sia di Norodom Sihanouk, convinto che se avesse accettato di essere un corpo inerme a favore di Ike[4] nella guerra fredda, questo avrebbe segnato il destino dello Stato. Per voce del suo Primo Ministro Penn Nouth il Re fece pervenire al Presidente statunitense una dichiarazione, in cui si diceva che fino quando i Việt Minh non avessero imposto il comunismo al loro popolo, non spettava ai cambogiani di prenderne le distanze, anche se la Cambogia era stata l'unica nazione a Ginevra ad aver tenuto una posizione indipendente.
Quando Sihanouk, durante un suo viaggio in India appoggiò i pancasila, i cinque principi della coesistenza pacifica su cui si fonda la Repubblica indonesiana [5], per gli USA questo parve un sintomo evidente di avvicinamento della Cambogia ai paesi comunisti di Cina e Birmania. In seguito il Re ritardò l'approvazione di un piano di aiuti militari americani perché contenevano troppe condizioni favorevoli agli USA.
Anche il Partito Democratico era in difficoltà: da un lato l'ala sinistra capeggiata da Saloth Sâr voleva assumere un atteggiamento anti-democratico, mentre il fronte di Son Ngoc Thanh era filo-americano e per di più gli USA vedevano positivamente le mire repubblicane dei democratici; nonostante queste diatribe interne, rimaneva il partito favorito.[6]
Nel febbraio 1955 Sihanouk fece l'ultimo tentativo per cercare un appoggio alla sua crociata. Chiese in un referendum ai votanti di votare scheda bianca se l'elettore "voleva bene al Re", scheda nera se "non voleva bene al Re". Il novantanove per cento votò scheda bianca ma l'affluenza fu bassissima. Il 2 marzo 1955 in un messaggio a Radio Phnom Penh si dimise da sovrano, posto preso dal padre Norodom Suramarit, per scendere in politica. Per questo motivo, le elezioni previste per aprile furono rinviate all'autunno per permettere al Principe di organizzare una nuova formazione politica, il Sangkum Reastr Niyum (Comunità Socialista del popolo). I conservatori Lon Nol e Dap Chhuon sciolsero i loro partiti, rispettivamente il Kanakpak Khemara Ponnary[7] (Partito del Rinnovamento Khmer) e il Kana Cheat Mouta Keaha Mocchim Nokor Khmer[8] (Comitato di Liberazione per i Khmer) per allearsi con il Principe e cui si aggiunsero in seguito il Ministro dell'Economia Son Sann, e il giornalista del Nagara Vatta Sim Var, tuttavia il Sangkum Reastr Niyum era troppo debole rispetto al Partito Democratico e come ultima spiaggia, Sihanouk chiese a Keng Vannsak la possibilità di creare un governo di unità nazionale. Ovviamente il Comitato Esecutivo del partito, forte di questa debolezza e sicuro del successo, respinse la richiesta. Da qui cominciò la vendetta di Norodom Sihanouk.
La polizia cominciò a fare pressione ai partiti ostili al Sangkum Reastr Niyum e a minacciare i loro sostenitori, i giornali oppositori vennero decimati, incarcerano il Chi Kim An, direttore del giornale di sinistra più influente, il Pracheachon per lesa maestà e spiccando un mandato di cattura per Chhay Saloth, direttore del Sammaki, altro giornale di sinistra. A cinque settimane dal voto, s'inasprì ancora di più il clima: in molte province candidati del Krom Pracheachon furono arrestati, altri addirittura uccisi. I democratici si presentarono a ranghi completi, nei quali figuravano anche Mey Mann, Ping Sây, Toch Phoen e Mey Phat, mentre solo trentacinque sulle novant'uno circoscrizioni erano coperte dai candidati del Krom Pracheachon.
In un clima di terrore si votò e all'annuncio dei risultati, mentre nessun esponente del Krom Pracheachon o del Krom Prachéathipatei fu eletto, il Sangkum Reastr Niyum fece piazza pulita. Il risultato fu figlio d’imbrogli, di voti a favore degli oppositori distrutti e d'intimidazioni.
La Cambogia divenne uno Stato a partito unico con un sovrano spietato.[9]
3.2 Il post - elezioni Visto il risultato, molti politici oppositori a Sihanouk, lasciarono la politica o, come Keng Vannsak e Thiounn Mumm s'iscrissero al Sangkum Reastr Niyum.
Ora il prossimo passo da fare per contrastare Sihanouk era la creazione di un partito rivoluzionario ma i cambogiani erano deboli e gli alleati Việt Minh avevano i loro problemi interni. Fino a quando il Krom Prachéathipatei o il Krom Pracheachon potevano vincere e formare un governo, gli alleati li appoggiarono, ma una volta capito che era Norodom Sihanouk l'uomo con cui trattare, cambiarono tattica.
A favore di Norodom Sihanouk giocava un elemento: non aderì al patto militare americano nella regione indocinese, il SEATO South - East Asian Treaty Organization, l'organizzazione che aveva lo scopo di combattere il comunismo nella zona. Fu detto del sud-est asiatico, anche se il trattato fu sottoscritto solo dalle Filippine visto lo stretto legame con gli Stati Uniti e la minaccia della guerrigliera comunista nel territorio e dalla Thailandia, che aveva appena promulgato una Costituzione che la rendeva indipendente dalla Cina e che aveva bisogno dell'appoggio americano contro ogni tentativo di sovversione comunista cinese[10].
Non solo non appoggiò il SEATO, ma la primavera antecedente alle elezioni Sihanouk, assieme al cinese Zhou Enlai, lo slavo Josip Broz detto il maresciallo Tito, l'indonesiano Kusno Sosrodihardjo, conosciuto come Sukarno e l'egiziano Gamāl ʿAbd al-Nāṣer, fu tra i fondatori del Movimento dei Paesi non allineati. I vietnamiti annunciarono di voler collaborare con il Principe, il quale stava perseguendo una politica di pace e di neutralità, a patto che il suo partito si battesse contro l'imperialismo americano e le sue interferenze in Indocina.
La direttiva vietnamita ordinava la fine della lotta: oltre all'anti-americanismo, non forniva alcuna direzione politica, ma chiaramente gli interessi Khmer erano sacrificati a vantaggio dei vietnamiti. [11]
Il ritorno all'uso delle forze da parte di Norodom Sihanouk fece, di fatto, sparire le azioni legali.
Il Partito Democratico ormai si era completamente svuotato e il Krom Pracheachon rimase attivo nonostante le persecuzioni del governo.
Per il governo cambogiano e le ambasciate estere a Phnom Penh questi erano i comunisti, o come diceva Sihanouk, i Khmaey Krahom, i Khmer rossi per distinguerli dai Khmer rosa del Partito Democratico. Nessuno pensò che all'interno del Krom Pracheachon vi fosse un'organizzazione interna e che il partito fosse solo una facciata.
In un primo momento fece la parte di un'opposizione leale, applaudendo i viaggi del Primo Ministro e le visite ricevute dai capi delegazioni estere di Cina URSS e delle nazioni del blocco orientale in Cambogia. Questo "scivolamento a sinistra di Norodom Sihanouk" allertò USA, Francia e Gran Bretagna, ma il Principe era molto più arguto di quanto si pensasse, e compensò la svolta a sinistra all'estero con una sempre repressiva lotta al comunismo in patria, tanto che il Krom Pracheachon divenne il capro espiatorio di Sihanouk tanto da consideralo come la "quinta colonna pericolosissima al servizio di padroni esteri". [12]
La direzione del Krom Pracheachon era nominata dai vietnamiti, che nel 1954 imposero un Comitato Centrale provvisorio composto di cinque uomini: Sieu Heng segretario, che prese il posto di Son Ngoc Minh; Tou Samouth, vice segretario; Son Ngoc Minh divenne responsabile di duemila Việt Minh Khmer sistemati in Vietnam, So Phim rappresentate della zona est e Tuk Nhung rappresentante delle zone rurali.
La scelta di Sieu Heng fu una sorpresa: durante la sua crociata, Sihanouk aveva offerto un'amnistia ai Việt Minh Khmer che avessero aderito alla sua causa, Sieu Heng era stato sul punto di cedere, tuttavia era considerato il miglior comunista da Nguyen Thahn Son, mentre Rous Nhim, comandante militare del nord-ovest disse che Sieu Heng fu promosso perché sapeva come essere simpatico ai vietnamiti.
Tuttavia la nuova organizzazione fu un fallimento: Son Ngoc Minh era a Hanoi era in Vietnam, Tuk Nkung abbandonò la lotta e So Phim fuggì nella giungla, lasciando le campagne senza dirigenti. Il solo Tou Samouth dei cinque rimase attivo in Cambogia ed essendo la sua zona di competenza le zone urbane, spostò in esse il centro di operatività del partito.
3.3 Il nuovo Partito Comunista Tou Samouth si trasferì a Phnom Penh, in una casa di proprietà della famiglia di Khieu Ponnary, e cominciò a seguire il partito dalla capitale. Il ruolo di segretario del Comitato Cittadino di Phnom Penh passa da Keo Meas a Noun Chea[13], il quale aveva avuto un passato totalmente diverso dagli altri. Noun Chea crebbe a Battambang negli anni Quaranta durante l'occupazione thailandese e frequentò le scuole superiori a Bangkok, dove lavorò per qualche mese come impiegato presso il ministero degli esteri e s'iscrisse al Phak Thai Rak Thai, il Partito Comunista Thailandese, per poi abbandonarlo e seguire il cugino Sieu Heng. Nel 1951 si iscrive al PCI e dopo il suo scioglimento entrò a far parte del Comitato Centrale del PRPK. Tornò in Cambogia nell'estate 1955 in assoluta segretezza dove trovò lavoro in una ditta commerciale sino-Khmer.[14]
Ieng Sary, di ritorno da Parigi, lasciata la direzione del cercle marxiste a Khieu Samphân, prossimo alla laurea in economia, disse che il movimento era vicino alla morte in quanto i vietnamiti erano sempre più alle prese con i loro problemi interni. In più il PRPK, al quale teoricamente appartenevano tutti i comunisti Khmer non era un partito comunista vero e proprio ed era impossibile definirsi comunisti in un partito che non lo fosse . Saloth Sâr e Mey Mann, che si erano iscritti al Partito Comunista Francese prima e poi a quello indocinese, si dichiararono di far parte di un Partito Comunista ma non di un sapere quale fosse effettivamente questo partito. E da questi anni, per necessità di avere un’identità, cominciarono a parlare e far riferimento all'Ângkar Padevat (organizzazione rivoluzionaria).
Nel 1957 Tou Samout, Saloth Sâr e Noun Chea cominciarono a riformare il partito, che si voleva sostituire al PRPK; voleva essere un partito nuovo, non più satellite di quello vietnamita, ma sempre alleato. Le scuole progressiste di Chamraon Vichea, Kampuj'Bot e Sotân Prychea, dove insegnavano le sorelle Khieu Ponnary e Khieu Thirith, diventata moglie di Ieng Sary, erano gestite dai comunisti e questo cominciava ad attirare molta gente; si crearono altri nuclei di base nelle provincie di Battambang e di Kompong Cham.
Norodom Sihanouk, annusato il pericolo, cominciò ad attuare nuove rappresaglie contro i sostenitori del Partito Democratico che non fu dichiarato fuori legge, ma fu lasciato in agonia in vista delle prossime elezioni, da tenersi nella primavera del 1958.[15]
3.4 La stagione dei complotti contro Norodom Sihanouk Il 21 febbraio 1959 Sihanouk sventò un complotto preparato da Dap Chhuon, Ministro della Sicurezza destituito dallo stesso Principe e declassato a governatore militare di Siem Reap, in cui vi parteciparono anche i thailandesi e i sudvietnamiti. Se l’attentato avesse avuto successo, i servizi segreti americani avrebbero potuto sostituirlo con un loro uomo e la provincia di Siem Reap si sarebbe unita alle provincie meridionali del Laos, formando un nuovo stato secessionista subito dagli USA; fonti reali parlarono di un piano di Boun Oum, Principe laotiano di destra che mirava al possesso di tutto lo Stato. L'ordine, affidato a Lon Nol, Ministro della difesa fu di catturare vivo Dap Chhuon ma il fatto che fosse stato ucciso fece pensare a Norodom Sihanouk che anche il Ministro partecipò al complotto e zittì per sempre chi poteva accusarlo.[16]
Per il Principe i problemi non erano ancora finiti: fu invitato a Saigon su invito di Ngô Đình Diệm, Presidente sudvietnamita per riportare la situazione alla normalità e sistemare i rapporti dopo il coinvolgimento sudvietnamita nel complotto e il 31 agosto 1959, il governo di Saigon fa recapitare due pacchi alla Cambogia, uno per il ciambellano di corte contenente un servizio da fumatore, uno per la regina Sisowath Kossamak, che il ciambellano tardò a consegnare. Questo conteneva una bomba, la quale esplodendo causò tre morti, tra cui il ciambellano, un funzionario e un cittadino privato.
I sospetti del Principe caddero sul governo di Saiogn, e furono confermati solo dieci anni più tardi quando il direttore dei servizi segreti sudvietnamiti affermò che a confezionare la bomba fu Ngô Ðình Nhu, fratello del Presidente sudvietnamita.[17]
Sihanouk però aveva un altro sospetto, che dietro Dap Chhoun e le bombe di Saigon ci fosse l'ombra di Washington. Ipotesi che sembrava assurda, ma che pian piano si vestì di verità.
Nel 1956 la Cambogia fu il primo Stato non comunista a ottenere aiuti cinesi e per questo motivo, su iniziativa americana, Thailandia e Vietnam del Sud imposero un blocco economico, che però fu tolto dagli americani su pressione degli alleati occidentali. La CIA vedeva in Son Ngoc Thanh una possibile alternativa a Norodom Sihanouk e Washington impose alla sua ambasciata a Phnom Penh di continuare a cercare personalità alternative al Principe.
Sam Sary, deposto Primo Ministro cambogiano e ambasciatore in Inghilterra, coinvolto in un caso di percosse alla bambinaia dei figli e da cui ne ebbe uno, era stato invitato negli USA, considerato "il più fedele amico americano in Cambogia" assieme il fratello di Dap Chhoun, in quanto "signore della guerra anti-comunista”.
Sihanouk minacciò rappresaglie contro il Vietnam del Sud ma gli USA risposero che, se armi americane avessero attaccato amici americani gli aiuti militari sarebbero stati sospesi, anche se quando truppe thailandesi occuparono un complesso di templi cambogiani, gli americani stettero in silenzio; il Principe migliorò le relazioni con la Cina e gli USA cercarono un modo per sbarazzarsi di lui. Ed ecco confermati i sospetti: dietro a Son Ngoc Thahn e Dap Chhon c'era la CIA. In questa situazione Norodom Sihanouk cercò legami più stretti con la Cina e Vietnam del Nord.
Il sogno americano di un'alleanza anti comunista dal diciassettesimo parallelo alla Birmania era tramontato.[18]
3.5 Le elezioni del 1958 e del 1962 Dopo aver distrutto il Kom Pracheachon e il Partito Democratico, e aver portato al governo il Sangkum Reastr Niyum, un partito di corrotti e incompetenti, Sihanouk capì che per vincere le elezioni del 1958, aperte per la prima volta alle donne[19], doveva per forza allargare la propria base politica verso sinistra, proprio quella sinistra che tre anni prima aveva frantumato facendone arrestare, o addirittura uccidere, i propri leader.
Sihanouk pescò tra i giovani e scelse Hou Youn, già membro nel Krom Pracheachon, Uch Ven, compagno di piroscafo nel viaggio verso Parigi di Saloth Sâr, So Nem, un giovane insegnante, Hu Nim, uno studente e Chau Seng, sposato alla figlia di un sindaco comunista del sud della Francia che una volta tornato in Cambogia divenne suo segretario .
Dopo le elezioni vinte senza problemi, Hou Youn e Chau Seng divennero ministri di dicasteri minori, Hu Nim, So Nem e Uch Ven ricoprirono incarichi ministeriali che Sihanouk di volta in volta si inventava.
Scelse queste figure perché giovani e intelligenti, qualità carenti nella politica cambogiana e sperava che i loro incarichi soffocassero il loro ardore comunista .
All'interno del Sangkum Reastr Niyum questi nuovi esponenti, considerati i radicali del partito, godevano di certe libertà a patto di accettare le regole del Principe. In un articolo su un giornale dal significato ambiguo Norodom Sihanouk parlò del fenomeno del comunismo e di come l'Occidente non era in grado di fronteggiare:
Il costante progresso del comunismo in tutto il mondo e innegabile [...] A me sembra che il concetto occidentale di democrazia sia l'unico valido dal punto di vista della condizione umana, dei diritti e delle libertà umana [...] Ma la grande debolezza della democrazia occidentale sta nella sua incapacità di ottenere giustizia sociale [..] Nella maggior parte delle nazioni in cui ammassano forze militari come baluardo contro il comunismo gli amici americani chiudono gli occhi davanti alle violazioni della democrazia perpetrate dai governi interessati, - violazioni che portano a un sistema non meno totalitario di quello che stanno combattendo. [...] L'Occidente deve cercare di comprendere che [...] i suoi aiuti non guariranno mai la febbre rossa se vengono usati per sostenere regimi cui manca l'appoggio del loro stesso popolo.[20]
Il 3 aprile 1960 morì il Re Norodom Suramarit, e la moglie, la Regina Sisowath Kossamak lasciò intendere che voleva accedere al trono, ma il figlio fece approvare alla svelta un emendamento costituzionale che lo rendeva capo dello Stato a vita. Cominciò contemporaneamente un nuovo attacco alla stampa di sinistra, di cui una vittima preferita fu l'Observateur, un periodico in lingua francese, fondato l'autunno precedente da Khieu Samphân.
3.6 Il nuovo PRPK In questo clima, la direzione segreta del movimento comunista stava lavorando per la preparazione di un congresso per la trasformazione del PRPK in un partito marxista-leninista.
In attesa dell'elezione della direzione generale venne costituto il Comitato Affari Generali composto da Tou Samouth, Noun Chea, Saloth Sâr e So Phim.
Segretario fu eletto Noun Chea, la direzione fu delegata a Saloth Sâr, che volle come assistenti Ieng Sary e Vorn Vet.
Il nuovo partito che si doveva chiamare Partito Cambogiano Del Lavoro, in base al suo statuto e programma era il partito della classe lavoratrice, dai principi marxisti-leninisti, organizzato in conformità a un centralismo democratico, e i suoi principi guida dovevano essere la critica e l'autocritica.
Saloth Sâr sapeva, da quello che aveva letto sulla Cina a Parigi, che in Cambogia, come del resto in Vietnam, definire la classe lavoratrice in una società priva di un proletariato industriale era difficile, se non impossibile.
Sotto lo slogan "sotto la dittatura del proletariato, allo scopo di avanzare verso il comunismo", c'erano gli obiettivi del partito: nazionalizzare i mezzi di produzione, realizzare la dittatura democratica del popolo al fine di arrivare a un sistema socialista.
Alla fine del 1959 il PVL scrisse ai dirigenti cambogiani che non avrebbero trasgredito al loro impegno politico di appoggio qualificato nei confronti di Sihanouk[21], in totale accordo con la linea Nikita Sergeevič Chruščëv, leader dell'URSS e primo segretario del Comitato Centrale del PCUS, Partito Comunista dell'Unione Sovietica dettata nella Conferenza comunista mondiale del 1957, in cui varò la teoria dei tre equilibri, quello della coesistenza tra paesi capitalisti e socialisti, quello competitivo e di transizione tra socialismo e capitalismo; in questo clima i partiti comunisti avrebbero dovuto andare al potere tramite regolari elezioni e non tramite la lotta di classe e violenza rivoluzionaria.[22]
Dopo il bluff delle elezioni del 1955 e del 1958, Saloth Sâr era in totale disaccordo con i vietnamiti, ma per Hanoi era l’unico modo per tenere fermati i Khmer. Anche Keo Meas e il movimento Krom Preacheachon erano per la soluzione pacifica, cosi come So Phim, Mery Mann e Ieng Sary.
Il Comitato Centrale del PVL autorizzò nel gennaio 1959 la ripresa della lotta armata contro il Vietnam del Sud, accusando il governo di Ngô Đình Diệm di essere al soldo di Washington e causare nient'altro che aggressione e schiavismo; nel 1960 l'insurrezione era molto estesa e il Terzo Congresso del PVL nel settembre 1960 autorizzò la lotta di guerriglia totale; contemporaneamente riprese anche la lotta armata in Laos e i Khmer non capirono perché solo loro dovevano essere vincolati alla dottrina pacifistica.
Dopo la conclusione del Congresso del PVL, a casa di Ok Sakun, membro della sezione nord di Phnom Penh di Vorn Vet dichiararono che il governo di Sihanouk era il nemico peggiore della rivoluzione cambogiana e i cambogiani avrebbero dovuto cominciare a lottare per annientare il regime in modo pacifico o con qualsiasi altro mezzo. Il loro intento fu di agire con mezzi pacifici ma non si sarebbero cogliere impreparati se l'unica soluzione era la rivolta armata; per questo si doveva dare importanza alle zone rurali perché la rivoluzione della Kampuchea se doveva essere, era una rivoluzione contadina. Gli obiettivi dei rivoluzionari cambogiani e quelli vietnamiti cominciarono a divergere: Hồ Chí Minh continuava a parlare di rivolta per liberare l'Indocina, promettendo ai Khmer, che una volta liberati Vietnam e Laos, le forze di liberazione si sarebbero spostate in Cambogia, mentre a Phnom Penh si parlava d'indipendenza totale della nazione, e le speranze Việt Minh di una federazione indocinese stavano svanendo.
Il partito cambogiano elesse una nuova direzione: segretario Tou Samouth, vice Noun Chea e Saloth Sâr il numero tre. Ieng Sary e So Phim, rispettivamente numero quattro e numero cinque, membri alternativi della Commissione Permanente; dal numero sei all'undici erano nell'ordine: Mang Met, Thoun Prasith, Ping Sây, Rath Samoueun, Son Ngoc Minh, Keo Meas.
Per la prima volta nella storia cambogiana, il Partito Comunista non aveva dei delegati vietnamiti al suo interno, ai quali non venne presentato il programma.
I membri del partito cominciarono la ricostruzione delle basi rurali, importanti se la lotta pacifica non avrebbe portato a nessun risultato: Mang Met e Thoun Prasith andarono nel sud-ovest, Rous Nhim doveva ricostruire le reti Issarak nella zona montana nord ovest a Battambang e Ieng Sary tentò di risvegliare le altre cellule in giro per tutte le provincie del paese.[23]
3.7 La fuga nelle campagne e la nascita dei Khmer rossi Per tutto il 1961 su Sihanouk pendettero due spade di Damocle: il deterioramento delle relazioni con Thailandia e Vietnam del Sud e la minaccia dei Khmer Serei di Son Ngoc Thanh.
Una prima mossa del Principe fu di stracciare i provvedimenti legali contro i giornali di sinistra, tra cui il Pracheachon e l'Observateur perché, a sua detta "imbavagliare o imprigionare i militanti oppositori li avrebbe trasformati in martiri"
Nell'estate, durante un viaggio nelle province, cominciò una propaganda anti-comunista dichiarando che un regime rosso in terra Khmer avrebbe privato l'individuo di tutto, dalle libertà di base alla vita di famiglia, trasformandolo in “una macchina da produzione che col tempo sarebbe stata svuotata di tutti i valori umani."[24]
Le sue parole suonavano come profezia dell'arrivo di una catastrofe imminente alla quale nulla poteva: Laos e Vietnam del Sud erano ormai feudi comunisti. Sihanouk concluse che in Cambogia il periodo di pace stava finendo ed effettivamente finì il 10 gennaio 1962.
Quel giorno cominciarono una serie di arresti del governo di membri del Pracheachon accusati di essere spie vietnamite, poi fu incarcerato il direttore Non Soun e il giornale fu fatto chiudere, assieme al tentativo dei comunisti di operare attraverso modi legali.
Come conseguenza primaria della nuova razzia compiuta da Norodom Sihanouk, nessun partito di sinistra si presentò alle elezioni del 1962 ma tre dei suoi esponenti, "infiltrati" tramite il Sangkum Reastr Niyum entrarono in Parlamento: Hou Youn, Hu Nim furono rieletti e per la prima volta diventa deputato Khieu Samphân, che più tardi diventò Ministro. Samphân fu spinto da Sary ad aderire al partito di Sihanouk e una volta eletto la direzione del PRPK gli assegnò il compito di accattivarsi le simpatie degli intellettuali.
Nel luglio 1962 Tou Samouth fu arrestato e ucciso, e la contemporanea accusa di corruzione di Noun Chea, porta Saloth Sâr alla segreteri
[1] International Peace Accademy (a cura di), Security in South-East Asia and the South-West Pacific: Challenges of the South East Pacific, Amsterdam, Martinus Nijhoff Publishers 1989, p. 29.
[2] P. Short, Pol Pot: anatomia di uno sterminio, a cura di Rizzoli, Milano, 2008, p. 147-150.
[3] Ivi , p. 148.
[4] Soprannome del Presidente degli USA Dwight David Eisenhower.
[5] I cinque principi sono : la fede in Un Dio Supremo; un’umanità giusta e civile; l’unità dell’Indonesia; la democrazia, guidata dalla saggezza interiore meditante la consultazione e la rappresentanza; la giustizia sociale per l’intero popolo indonesiano, Fondazione Oasis <http://www.oasiscenter.eu/node/5984>, ultima visione: 09 ottobre 2012.
[6] P. Short, Pol Pot,cit., p. 151.
[7] E. Becker, When the War was over: Cambodia and the Khmer rouge Revolution, Revised Edition, New York , Pubblic Affairs 2004, p. 141.
[8] J. A. Tyner, The Killing of Cambodia: Geography, Genocide and the Unmaking of Space, Londra, Ashgate Publishing Limited 2008, p. 41.
[9] P. Short, Pol Pot,cit., pp. 152-156.
[10] Dipartito Storico Degli Stati Uniti d’America <http://history.state.gov/milestones/1953-1960/SEATO>, ultima visione: 09 ottobre 2012.
[11] P. Short, Pol Pot,cit., p. 157.
[12] P. Short, Pol Pot,cit., p. 159.
[13] Long Bunruot nella traduzione vietnamita.
[14] P. Short, Pol Pot,cit., p. 154.
[15] P. Short, Pol Pot,cit., pp. 161-169.
[16] N. Sihanouk , La mia guerra contro la CIA, Milano, Jaka Book 1972, pp. 125-128.
[17] P. Short, Pol Pot,cit., p. 174.
[18] P. Short, Pol Pot,cit., pp. 174-176.
[19] J. Corfield, The History of Cambodia, Santa Barbara , ABC CLIO 2009, p. xxvi.
[20] P. Short, Pol Pot,cit., p. 178
[21] P. Short, Pol Pot,cit., p. 186.
[22] B. Avakian, From Ike to Mao and Beyond, Chicago IL, Insight Press 2006, p. 188.
[23] P. Short, Pol Pot, cit., pp. 187-189.
[24] Ivi, p. 191.